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AGOPUNTURA

FANO

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Curarsi con Yin e Yang, l’Organizzazione Mondiale della Sanità sdogana la medicina cinese.
Il presidente dell’Associazione Italiana Oncologia Integrata: non significa, «che per patologie gravi, possa essere usata al posto di farmaci. Ma può aiutare a diminuirne il dosaggio o a ridurne gli effetti collaterali»

L’Organizzazione Mondiale della Sanità “sdogana” termini come Yin e Yang o energia vitale. La medicina tradizionale cinese, verrà infatti inserita nel prossimo compendio medico globale. Un’apertura che segue quella nei confronti dell’agopuntura e che non ha mancato di attirare l’attenzione della rivista Nature. Il riconoscimento ufficiale sarà introdotto nell’11/ma edizione della Classificazione Internazionale delle Malattie e dei problemi di salute (ICD). Ma la novità lascia perplessi molti esperti.

Il compendio, che verrà adottato dall’Assemblea Mondiale della Sanità, è un documento periodicamente aggiornato che indirizza il modo in cui si fanno le diagnosi. Nel capitolo 26 della nuova edizione, che diventerà operativa per gli stati aderenti nel 2022, presenterà un sistema di classificazione per identificare concetti come «equilibrio tra Yin e Yang», «Carenza di Qi». La medicina tradizionale cinese si basa infatti sulla teoria che l’energia vitale (Qi) fluisca lungo canali chiamati meridiani e aiuti il corpo a mantenere la salute. La malattia è la rottura di questo equilibrio energetico e i trattamenti, agopuntura o rimedi erboristici, servono a ripristinarlo. L’impostazione occidentale cerca cause ben definite per spiegare la malattia e richiede studi clinicicontrollati che forniscano prove che un farmaco funzioni. Questo in genere non avviene per quella tradizionale cinese, per la quale si verificano anche non pochi effetti avversi. Per questo, molti medici si dicono profondamente preoccupati. Ma l’Oms, rispondendo alle domande di Nature puntualizza che la sua strategia è quella di «fornire una guida per gli Stati membri per la regolazione e l’integrazione, di prodotti sicuri e di qualità garantita», per «integrarla nei sistemi sanitari, ove opportuno». «È probabile che l’impatto sia profondo», si legge su Nature e potrà accelerarne l’entrata a far parte integrante dell’assistenza sanitaria globale.

Con una storia alle spalle di circa 3000 anni la medicina cinese sta vedendo una grande diffusione in tutto il mondo, «anche grazie agli sforzi del governo cinese che sta investendo moltissimo sulla sua validazione scientifica», precisa Massimo Bonucci, presidente dell’Associazione Italiana Oncologia Integrata (Artoi). Lo stesso Oms, prosegue, «lo scorso anno ha stilato un elenco di patologie, tra cui rinite allergica, dolore, depressione, che sono suscettibili di miglioramento attraverso l’agopuntura, uno degli strumenti utilizzati dalla medicina tradizionale cinese». Ciò non significa, «che per patologie gravi, possa essere usata al posto di farmaci. Ma può aiutare a diminuirne il dosaggio o a ridurne gli effetti collaterali. L’Oms ci indica che non dobbiamo chiudere a priori delle porte, ma approfondire la conoscenza». D’altronde, conclude, «quando parliamo di medici di medicina tradizionale cinese, non parliamo di chi ha fatto corsi di formazione di due anni, ma di medici che hanno studiato dieci anni all’università».

Tratto da quotidiano "La Stampa" (online) del 28 settembre 2018


Agopuntura, svelato il segreto

Gli aghi hanno il potere di indurre il rilascio, a livello del tessuto trattato, di un antidolorifico naturale: l'adenosina. Circa sei milioni gli italiani che ricorrono agli aghi.

Svelato uno dei meccanismi molecolari che sta dietro gli effetti antidolore dell'agopuntura: gli aghi hanno il potere di indurre il rilascio, a livello del tessuto trattato, di una sostanza, l'adenosina, che agisce come antidolorifico naturale. La scoperta è dell'equipe di Maiken Nedergaard dell'Università di Rochester, New York, USA.

Sulla base di essa i ricercatori sono anche riusciti triplicare gli effetti antidolore dell'agopuntura, per ora sui topolini, aumentando localmente la concentrazione di adenosina. Resa nota sulla rivista Nature Neuroscience, la notizia, che arriva proprio in concomitanza con la IX Giornata Nazionale del Sollievo, sembra avere la forza per sfatare alcune 'maldicenze' sul conto dell'agopuntura, la cui reale efficacia non è riconosciuta da tutti. Vecchia 5 mila anni almeno, l'agopuntura, di certo una delle più diffuse tipologie di medicina non convenzionale, viene usata ormai in tutto il mondo per la cura di molte patologie ma soprattutto come trattamento contro il dolore acuto e cronico.

Secondo dati riportati online dall'Associazione Italiana Agopuntura sarebbero circa 6 milioni gli italiani che ogni anno ricorrono agli aghi per i motivi più disparati e, secondo i dati emersi da un recente incontro promosso dalla Società italiana di Farmacognosia (Siphar), sarebbero circa 12 mila i medici agopuntori, numero che pone l'Italia al terzo posto dopo Cina e Giappone. Molto si è detto a favore e contro l'agopuntura e negli ultimi anni è stato un susseguirsi di ricerche scientifiche che pretendevano di dimostrare efficacia o, al contrario, inutilità di questa pratica.

I ricercatori Usa sono andati a vedere cosa fa l'agopuntura a livello molecolare e studiando le zampine dolenti di topolini hanno scoperto che uno dei modi (é probabile non sia l'unico) con cui l'agopuntura sortisce i suoi effetti antidolore è quello di indurre il tessuto stimolato dagli aghi a rilasciare una sostanza finora nota più che altro per i suoi effetti favorenti il sonno, l'adenosina. Gli esperti hanno dimostrato sui topolini che un trattamento classico di agopuntura induce in poco tempo il rilascio di adenosina nella parte dolente, la cui concentrazione aumenta di ben 24 volte durante l'applicazione degli aghi; a ciò corrisponde la riduzione del dolore avvertito dagli animali.

Come controprova dell'attendibilità della loro scoperta gli esperti hanno eliminato nel tessuto trattato con agopuntura i recettori che si attivano in risposta all'adenosina: senza recettori l'adenosina non può più agire e l'effetto degli aghi svanisce. Infine gli esperti hanno dimostrato che si può potenziare l'effetto dell'agopuntura dando ai topi, in concomitanza col trattamento, un farmaco che prolunga l'azione dell'adenosina.

In pratica, cioé, questo farmaco non fa altro che impedire la 'digestione' fisiologica dell'adenosina lasciando che la molecola resti in circolo più a lungo e quindi prolungando e intensificando (di un fattore tre) l'effetto degli aghi. Favorevoli o contrari che siate a qusta terapia non convenzionale, in ogni caso questi esperimenti danno una prova certa di un meccanismo d'azione dell'agopuntura, anche se certamente l'adenosina non è l'unico attore in gioco.

Tratto da www.ansa.it Nature Neuroscience Volume:13, Pages:883–888 Year published: 2010


Agopuntura, tra eco-doppler e risonanze così la scienza misura l’antica medicina.

Mal di testa, ansia, depressione ma anche difetti di digestione. Si moltiplicano gli usi della terapia. E nuovi studi confermano la validità degli effetti. E dell'agopuntura non ci si chiede più se funzioni, ma si indagano le ragioni dei benefici
di Elena Dusi

Ci voleva la tecnologia di oggi per dimostrare gli effetti dell'antica agopuntura. La risonanza magnetica che evidenzia l'attivazione delle aree del cervello legate alla percezione del dolore e l'ecografia doppler che misura l'aumento del flusso sanguigno sono solo alcuni esempi che confermano come la pratica orientale produca risultati ben visibili. A passare in rassegna gli esperimenti scientifici più recenti è un'inchiesta pubblicata ieri dal Wall Street Journal.

Alla luce di questi risultati, la battaglia fra favorevoli e contrari all'agopuntura si sposta su un nuovo terreno. Non ci si chiede più se applicare gli aghi attraverso la pelle produca un effetto nell'organismo. Questo appare ormai scontato, e il dilemma è piuttosto se il beneficio percepito dal paziente sia fisiologico o frutto di un effetto placebo. I corsi di agopuntura e medicina tradizionale cinese cominciano intanto ad affacciarsi nelle università italiane, come dimostrano i seminari organizzati a Bologna, Roma, Firenze, Milano e Brescia. Ed è la stessa medicina riconosciuta come ufficiale a chiedere più chiarezza su pratiche che secondo i dati Istat vengono richieste da pazienti che in maggioranza hanno una laurea.

Nel loro sforzo di svelare i segreti della medicina orientale, i camici bianchi "ufficiali" finiscono addirittura col suggerire benefici nuovi e inediti per l'agopuntura. Come i ricercatori dell'università di Stanford, che al congresso della Società americana per la medicina materno-fetale all'inizio di febbraio hanno presentato i loro risultati sull'effetto benefico di questa pratica per alleviare la depressione che colpisce alcune donne in gravidanza.

E sempre il 4 febbraio sulla rivista Brain Research è stata pubblicata una ricerca dell'università inglese di York. Come molti altri studi in precedenza, gli scienziati hanno osservato che l'applicazione degli aghi riduce l'attività delle aree cerebrali su cui ricadono gli stimoli dolorosi.

Studi di questo tipo sul cervello vanno avanti ormai da una decina di anni. E anche se il meccanismo esatto attraverso cui l'agopuntura agisce non è ancora stato descritto nei dettagli, le conferme sulla sua efficacia hanno spinto l'anno scorso il "National institute for health" britannico a inserire la pratica orientale fra i trattamenti consigliati ai pazienti con mal di schiena (ma solo in seconda battuta, quando farmaci o altre terapie consigliate dai medici non sono riuscite ad alleviare il dolore). In molti ospedali americani, fra cui il Northwestern Memorial Hospital di Chicago, un ciclo di agopuntura viene offerto gratuitamente a tutti i pazienti oncologici per alleviare i fastidi della chemioterapia.

I risultati di una sperimentazione sui tumori del seno condotto dalla Columbia University sono stati pubblicati all'inizio di marzo sul Journal of Clinical Oncology. Il Wall Street Journal infine cita il servizio di applicazione degli aghi lungo i meridiani del corpo per risolvere i problemi di dolore osseo e articolare dei militari di esercito, marina e aeronautica statunitensi. Ma anche per alleviare lo stress in zone di guerra come Iraq o Afghanistan. Una delegazione di "agopuntori senza frontiere" (“Acupuncturists without borders" recentemente è stata spedita ad Haiti per fronteggiare il trauma del terremoto.

In Cina, non soddisfatti dell'uso dei normali aghi, è stata legalizzata due anni fa anche la pratica delle punture di api. Introdotta 3mila anni fa, questa tecnica sfrutta i presunti effetti benefici della tossina iniettata dagli insetti per ridurre il dolore a ossa e giunture. A seconda della reattività di un paziente, vengono usate da cinque fino a cento api per ogni seduta. (25 marzo 2010).”

Tratto da :
http://www.repubblica.it/salute/medicina/2010/03/25/news/agopuntura_tra_eco-doppler_e_risonanze_cosi_la_scienza_misura_l_antica_medicina-5584472/